Gli allenatori non riposano mai! Non importa che la stagione sportiva sia finita solo da qualche giorno, o magari, a causa di un esonero, molto prima 😅. Quello che conta è iniziare a programmare la prossima. Questo è un periodo molto ricco per elaborare nuove idee, per aggiornarsi, per studiare. Personalmente sto dedicando del tempo ad analizzare gli sviluppi del calcio professionistico, nello specifico come questi possano essere reinterpretati nel calcio dilettantistico.
In questo periodo in cui non ho una squadra “mia”, ho avuto la possibilità di vedere molte partite dal vivo, dalla seconda categoria fino all’eccellenza compresi play-off e spareggi. La sensazione è quella di un primo raggio di luce nel contesto del gioco. In alcuni casi la qualità di gioco di alcune realtà di 2^ ha superato in modo netto quella vista in gare di categorie superiori. In particolare una squadra ha vinto il proprio campionato giocando un calcio a tratti entusiasmante, un gioco fatto di principi chiari che ha divertito gli spettatori. Di certo si può affermare che il terreno di gioco resta la prima discriminante rispetto alla possibilità di provare un calcio differente fatto di palleggio. Puoi avere tutte le idee del mondo ma se le sviluppi su un campo di patate, dureranno poco, alla seconda partita “palla lunga e pedalare“.
Non è un caso se le squadre che più mi hanno entusiasmato hanno a disposizione sintetici di ultima generazione o stadi con manto in erba curati in modo corretto. In alcuni casi, chi ha allenato lo sa, “il gioco lo fa di più il terreno che i giocatori”.
Bisogna però ammettere che la strada è ancora lunga, domina il calcio verticale fatto di seconde palle e contrasti, deciso dalle inattive. Si gioca sull’errore dell’avversario più che sulle proprie capacità. Vince il terrore della sconfitta e anche se hai giocato un calcio di qualità, ma al triplice fischio il risultato ti vede portare a casa 0 punti, in molti parleranno di fallimento. Difficilmente si lavora a lungo termine, l’obiettivo è quello di portare a casa tutto subito e per farlo c’è una sola strada, la solita: zero rischi, calcia in avanti che ci pensa il bomber.
Attenzione, non voglio dire che lotta, seconde palle e contrasti siano un aspetto secondario del gioco, sono convinto che siano elementi importanti tanto quanto lo sfruttamento degli spazi, la costruzione da dietro o il cambio gioco; voglio solo dire che non possono essere gli unici a disposizione di una squadra qualsiasi sia la categoria.
Una volta ricevuto l’incarico, l’allenatore dovrebbe stilare un primo programma sulle richieste della società. un documento scritto che indichi la strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi indicati. Bisogna tracciare un perimetro di azione vasto che si stringerà man mano che, con l’avanzare della stagione sportiva, le incognite dell’inizio trovano risposte. E’ necessario subito edificare delle fondamenta solide su etica del lavoro e rispetto, anche in ambiente dilettantistico l’atteggiamento deve essere professionale. Poche regole, condivise tra allenatore e società, su cui edificare la stagione.
Il principio è “Patti chiari e amicizia lunga“, se la richiesta è di far crescere i giovani, non si può pretendere di vincere il campionato. Poi la cosa potrebbe succedere, ma quella sarebbe l’eccezione. Il rapporto di noi allenatori con la società deve essere trasparente sin dal primo giorno. L’allenatore deve sapere chi è il proprio interlocutore all’interno della società e chi prende le decisioni. Troppo spesso si fanno e si rispettano programmi con una figura societaria per poi essere giudicati da un’altra. Il modus operandi “Iniziamo e vediamo quello che succede” ha delle lacune infinite che si dimostrano quasi sempre causa di rottura. Sono convinto nella Programmazione meticolosa quasi maniacale, sulla base dei dati anche nel calcio.
La ricetta è semplice ma si molta fatica a rispettarla: 100g di Competenza, 100g di Passione, 100g di Programmazione, un pizzico di Fortuna, una manciata di Pazienza e una cottura lenta senza la quale sarebbe impossibile assaporare veramente la vittoria. L’alternativa sono i fast-food piatti pronti e ripetivi che ti danno una piccola soddisfazione nel breve per poi lasciare un vuoto enorme.